Alessandro Tamino è prima di tutto Pittore e poi Medico, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta e Arteterapeuta.
È nato il 3 marzo del 1955 a Roma ed è cresciuto nell’allora assai popolare e periferico rione della Garbatella, molti anni prima che acquistasse la nomea di quartiere radical chic. Per intenderci quando ancora si chiamava “La Garbanza” ed era terra di ladroni e spacciatori. Figlio di profughi di Zara in Dalmazia, che da questa meravigliosa cittadina abbracciata dall’Adriatico erano dovuti scappare nel 1944 per salvarsi dalla pulizia etnica antitaliana da parte dei partigiani del Colonnello Tito, a quei tempi ancora stalinista e filosovietico. Per essere più precisi, a scappare da Zara a Roma, dopo infinite peripezie, era stata la madre, la sorella, le zie, lo zio e la prozia, perché il padre nel frattempo, come ufficiale italiano, era stato deportato dai tedeschi, proprio l’8 settembre del 1943, nel lager di Wietzendorf ed era potuto ritornare in Italia per ricongiungersi con il resto della famiglia solo nel 1946.
Le diversità culturali lo hanno attraversato da sempre con particolare forza. La differenza di dialetto veneto dei suoi e il romanaccio dei coetanei e tutte le altre distanze sono state per lui il non sempre gradevole pane quotidiano della sua infanzia.
Una delle aree di maggior attenzione della nostra Scuola di Arte Terapia LACERVA, per queste ragioni, è quello del dialogo tra culture, un dialogo sia interpersonale (tra persone diverse ognuna appartenente a culture diverse) sia intrapersonale, quello cioè tra le diverse culture che possano coesistere, a diversi piani della sua coscienza, in una stessa persona.
Nel 1969 si trova al liceo Ennio Quirino Visconti in quarto ginnasio, quando tutto cambia perché arriva anche in Italia lo tsunami della cultura del maggio francese. A salvarlo da quei conflitti e da quella confusione, soprattutto la pittura, le cui basi gliele aveva trasmesse il padre e la fantasia che da grande, per avere una scusa per curarsi, avrebbe fatto lo Psicoanalista.
E poi la militanza politica prima coi separatisti del PCI, quelli del “Manifesto”, perché pur definendosi da sempre e per sempre un marxista, una vena antistaliniana e antisovietica non lo avrebbe mai abbandonato. Volendo assolutamente fare lo Psichiatra si iscrive a Medicina. All’università si rassegna ad un impegno più istituzionale nella FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), anche perché gli sembra la forma migliore per combattere gli eccessi violenti del “movimento del ’77” e il dilagare del terrorismo di quegli anni, passati alla storia come gli “anni di piombo”. Di fronte quelle assurdità aveva pensato che non si potesse stare da una parte solo a guardare ma fosse necessario fare delle precise scelte di campo. Tutto questo fino alla fine degli anni ’70, quando ormai gli divenne chiaro che fare politica in un partito non fosse il tipo di impegno a lui più congegnale.
Durante tutti gli anni dell’università continua a dipingere, si sente diviso tra la sua parte “scientifica” e la sua parte “artistica”, fino a quando, alla fine degli anni ’80 non incontra l’Arteterapia e capisce che quella sarebbe stata per sempre la sua vita.
Comincia le prime esperienze cliniche in questo settore nel 1991, nel 1994 tiene i primi seminari di Arteterapia presso la Cattedra di Psichiatria dell’Università di Tor Vergata. Nel 1997 è tra i promotori della Scuola di Arti Terapie di Roma.
Nel 1992 fonda con vari altri colleghi la sezione speciale di Psichiatria Transculturale, Sezione Speciale della SIP (Società Italiana di Psichiatria). Per chi non fosse del mestiere, stiamo parlando d quell’area di ricerca che si occupa di come le varie patologie psichiatriche si modulano a seconda del contesto di appartenenza culturale.
Nello stesso anno, fino al 2015, porta avanti una ricerca sulle pratiche esorcistiche officiate da Don Gabriele Amorth, di cui diventa peraltro amico e terapeuta.
Questa ricerca sulle modalità arcaiche della cura che si confrontano con quelle attuali, ovvero una ricerca che riguardi delle differenze tra culture, come già detto questione fondamentale per la sua vita, diventerà una delle fonti più importanti alle quali attingere idee e modalità ritmiche, corporee ed espressive anche nel settore dell’Arteterapia.
Nel 1999 fonda, assieme ai colleghi arteterapeuti più qualificati d’Italia, l’Apiart (Associazione Professionale Italiana degli Arte Terapeuti), di cui è attualmente Vicepresidente e Delegato Nazionale per i Rapporti Istituzionali.
È anche tra i fondatori di CNA Professioni, consorzio di Associazioni Professionali che svolgerà un ruolo fondamentale nell’approvazione della Legge 4/2013 sulla regolamentazione delle professioni non ordinistiche, come per l’appunto quelle delle Artiterapie.
Come previsto da questa legge è tra i proponenti l’istituzione del Gruppo di Lavoro UNI (Ente Nazionale per la Normazione) che avrebbe avuto il compito di redigere la Norma per la regolamentazione del settore. Nel 2013 viene eletto Coordinatore e Relatore di questo Gruppo di Lavoro che terminerà i suoi lavori nel 2014.
Vive a Roma dove dipinge, fa lo psichiatra, lo Psicoanalista, l’Arteterapeuta e il Formatore come Preside della scuola da lui voluta nel 1997 che adesso porta il nome di “Scuola di Arte Terapia Lacerva”.